Alla scoperta di Sarajevo: la Gerusalemme d'Europa

C’è una città chiamata la "Gerusalemme d’Europa". Primo, perché oggi ci convivono pacificamente i fedeli di quattro religioni: islamica, cristiana cattolica, cristiana ortodossa ed ebraica. Secondo, perché i suoi monumenti antichi (e non solo) sono segnati da questa realtà. Terzo, perché, come Gerusalemme in Israele, porta i segni di tanti conflitti, passati e recenti. Insomma, ecco la splendida Sarajevo, capitale della Bosnia-Erzegovina, uno degli Stati in cui si è divisa l’ex Jugoslavia dopo il conflitto durato dal 1991 al 2001.

collegamenti con l’Italia non sono ancora agevoli come quelli che portano in altre capitali europee (l’unico volo diretto bisettimanale la collega a Roma Fiumicino con FlyBosnia in meno di un’ora); tuttavia Sarajevo è facilmente raggiungibile, magari facendo scalo in Croazia a Zagabria (merita a sua volta una visita) o durante una vacanza estiva sulla frequentata costa dalmata. Di certo, le tracce della sua storia sono tantissime, a cominciare dai 4 anni di assedio durante l’ultima guerra: tutto racconta quel periodo e neppure volendo potreste fare a meno di vederne i segni, un monito per tutti noi. Oggi però la capitale bosniaca - circondata da montagne e attraversata dal fiume Miljacka - è rinata, tanto che è tra le più vivaci e con più giovani. L’ideale per trascorrervi un week-end lungo.

La Baščaršija, il quartiere turco, è affascinante e colorato. Lungo strade lastricate ci sono artigiani, ristoranti, caffè e bazar: un dedalo in cui è delizioso perdersi. Il Mercato di Sarajevo è celebre perché una bomba, durante l’assedio, fece una strage, di cui si celebra la memoria; ora è un allegro e incredibile concentrato dei prodotti agricoli della zona e del temperamento dei bosniaci. In una città a maggioranza musulmana, accanto alle moschee ci sono molti luoghi sacri per altre religioni. Per esempio, la Cattedrale cattolica, quella ortodossa e la Sinagoga sono affiancate, accanto alla Baščaršija. La Moschea dell’Imperatore, eredità del dominio ottomano, è dedicata al sovrano Solimani I; risale a metà del Cinquecento. Poi ecco il Ponte latino, costruito nel XVI secolo, celebre perché qui, il 28 giugno 1914, fu ucciso l’erede al trono di Austria e Ungheria, Francesco Ferdinando d’Asburgo: l’attentato dette il via alla Prima guerra mondiale, come ricorda un vicino museo (uno dei cinque in città). Di fronte alla Biblioteca Nazionale c’è poi l’antica Casa turca. A proposito, a Sarajevo il costo delle vita è molto conveniente e la cucina è ottima. Insomma, non vi resta che partire!

Marco Brando

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